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I founder eterogenei delle SCF sono un bene per la categoria

Una survey, che rivela il background dei numeri uno delle società di consulenza finanziaria iscritte alla terza sezione dell’albo OCF, presenta non poche sorprese

La consulenza finanziaria in Italia sta attraversando una fase di trasformazione e crescita, come evidenziato da una recente survey realizzata da Consultique. Questo studio ha tracciato un quadro del background dei fondatori di tali società, offrendo spunti significativi sulle dinamiche attuali del settore.

La ricerca ha rilevato che quasi un quarto (24%) dei fondatori proviene dal mondo degli ex promotori finanziari e dei private banker. Questo dato non sorprende, considerando la stretta correlazione tra le competenze richieste in questi ambiti e quelle necessarie per guidare una società di consulenza finanziaria.
Il passaggio da promotore o private banker a fondatore di una società di consulenza rappresenta una naturale evoluzione professionale, spesso dettata dal desiderio di maggiore autonomia e di un approccio più personalizzato nei confronti della clientela.
Il 23% degli intervistati è composto da ex dirigenti, una cifra che testimonia come il settore attragga professionisti con una solida esperienza gestionale. Questi individui portano con sè una profonda comprensione dei meccanismi aziendali e delle strategie di business, elementi indispensabili per la creazione e la crescita di una società di successo.

Altrettanto significativa è la percentuale dei consulenti indipendenti storici (24%), coloro che hanno intrapreso la loro attività prima del 2007, prima della Mifid. Questi pionieri hanno assistito e spesso influenzato l’evoluzione del settore, apportando un contributo fondamentale in termini di competenze e di visione.

L’indagine mette in luce anche un segmento composto dal 10% di consulenti aziendali e generici e dall’8% di titolari di family office. Queste figure rappresentano una nicchia qualificata che rispecchia una domanda di consulenza finanziaria più sofisticata, spesso orientata alla gestione di patrimoni complessi e alla pianificazione finanziaria su lungo termine.

Infine, il dato forse più intrigante è rappresentato dall’11% di giovani appassionati di finanza. Questa categoria è di grande interesse poichè simboleggia il ricambio generazionale in atto e il futuro del settore. Sono giovani che spesso hanno iniziato gestendo il patrimonio di famiglia e hanno deciso di trasformare questa passione in professione, apportando nuove energie e prospettive. L’eterogeneità dei profili dei fondatori delle società di consulenza finanziaria italiane è un indicatore di vitalità e di dinamismo.
Riflette un settore che si nutre di esperienze diverse e che è in grado di attrarre e integrare professionalità variegate, dalle più tradizionali alle più innovative. In un mercato finanziario sempre più complesso e in rapida evoluzione, la diversità di background può costituire un valore aggiunto significativo. Gli ex promotori e private banker portano tecnicismo e relazioni e gli ex dirigenti trasferiscono competenze gestionali e strategiche, mentre i consulenti indipendenti storici garantiscono esperienza e profondità di visione.
I consulenti aziendali, i titolari di family offices e i giovani appassionati, poi, completano il quadro con specializzazioni mirate e nuovi impulsi innovativi. Questa varietà di esperienze e di competenze è la garanzia di un settore che sa guardare avanti, pronto a rispondere con efficacia alle esigenze di una clientela sempre più informata e esigente. In questo contesto, il ruolo delle società di supporto, come quella che ha condotto la survey, diventa ancor più strategico, poiché forniscono il supporto necessario per navigare le complessità tecniche, normative e operative, consentendo ai professionisti di focalizzarsi sul core business: la consulenza finanziaria indipendente.

Luca Mainò, vicepresidente di AssoSCF

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